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Statistiche

Chiesa1

La chiesa di M. Vergine Assunta in Cielo di Spinetto è registrata presso il catasto urbano del comune di Serra S. Bruno alla partita 425, categoria E/7 con ubicazione in Corso Umberto I, N. 142-144, P.T. Ai lati della facciata della chiesa si elevano a stelo su alti plinti due lampioni a grappolo realizzati in ferro battuto da artigiani serresi nel 1951 su disegno di Giuseppe Maria Pisani J.
chiesa2Il prospetto della chiesa si presenta molto compatto, disegnato da lesene in leggero rilievo. Il primo piano si conclude con un ampio cornicione, mentre il secondo presenta un timpano triangolare che raccorda i due campanili un tempo separati e disposti uno accanto all'altro.
 Le due finestre, dal quale si intravedono le campane, contribuiscono al gioco dei pieni e dei vuoti, richiamando l'interno, e nello stesso tempo mediano il passaggio tra l'imponente massa granitica della chiesa e la struttura minuta dell'abitato.
La superficie della facciata, scandita verticalmente da un solo ordine di lesene con capitello dorico, si presenta monolitica, con accentuata verticalità e con il primo piano racchiuso superiormente da una trabeazione a triglifi. La rigidità delle lesene ribadisce la verticalità e prepara la roteazione dell'angolo tramite le navate laterali risolte mediante l'arrotondamento della muratura in forma convessa .
La trabeazione si pone come perentorio segno che raccorda sulle orizzontali l'intera fabbrica.  La preoccupazione di assecondare una visione prevalentemente lineare è la nota che lega l'interno e l'esterno della chiesa e registra al tempo stesso l'attenzione rivolta dal Drago alla potenzialità dell'edificio come quinta urbana, in ossequio alla prassi di qualificazione del sagrato come piazza che dovrebbe costituire il centro di Spinetto.
La dimensione molto ridotta delle strade laterali, soprattutto di quelle a sinistra della chiesa, la conformazione particolare dello slargo antistante l'edificio e l'aggetto della facciata rispetto al filo stradale sono tutti elementi che conferiscono alla facciata un ruolo predominante e ne potenziano il rapporto con l'ambiente urbano. Questa caratteristica è accentuata dalla visione del portale in granito, plasticamente curvo e più in aggetto rispetto alla facciata sopraelevata di alcuni gradini.
Dei muratori e capomastri che hanno presieduto alla primitiva costruzione della chiesa non ci è pervenuto alcun documento e quindi, alcun nome. La tradizione tramanda che la prima chiesa di tavole è stata eretta dagli Albano, una delle prime famiglie di Spinetto e molto vicina al Vicario dell'Arzo.
L'abilità di Domenico Drago come costruttore è dimostrata dalla risoluzione del frontespizio, nel quale egli evidenzia la facciata rispetto alle strette vie laterali e la raccorda alle semicurve in granito delle due navatelle ricorrendo ad una muratura convessa.
chiesa3Oltre a concepire il timpano del portale a semicerchio per contrapporlo al timpano triangolare della sommità, egli mette in relazione i fianchi delle navatelle con il ritmo aggettante delle strutture portanti in granito. L'adozione dell'ordine tuscanico-dorico risponde all' esigenza di una facile realizzazione, poiché i suoi elementi sono privi di ogni decorazione naturalistica e non richiedono l'intervento degli intagliatori. La scelta di questo stile, dunque, è determinata soprattutto dalla economicità e nello stesso tempo assolve con dignità al decoro rappresentativo dando al complesso dell'edificio un carattere di austerità e solennità tipico della riforma cattolica.
Il tuscanico-dorico è uno stile sovrapponibile, che si basa sul dorico-greco e sostituisce la colonna con la lesena mentre il capitello è contenuto e la trabeazione è resa più agile perché mantiene solo la partizione dei triglifi lungo il fregio. Questa labilità di confine tra due ordini, impensabile ad esempio fra il dorico e lo ionico, è il sintomo dell'estrema vitalità di questa originale contaminatici tuscanico-dorica.
La facciata della chiesa, divisa in due piani, è articolata mediante la disposizione della finestra centrale, del portale, delle due finestre campanarie e di un rosone che ospita un orologio meccanico. La superficie in granito presenta un modellato plastico tipico del linguaggio neoclassico. Ai lati si notano due paraste a mo' di sostegno appena sporgenti dal filo della parete: quanto basta per animare la troppa estesa superficie.
Nell'insieme, la facciata, rispetto alle altre chiese serresi, si presenta statica, quasi disegnativa, con una tendenza al monumentalismo caratteristica dell'eclettismo neoclassico e si impone nel contesto urbano con una verticalità monolitica di forma compatta.
Il plinto è stato concepito, secondo lo schema dello Scamozzi, eccessivamente alto, ma quest'altezza è compensata, nella soluzione ser rese, dal ribassamento del toro.
Il piedistallo è anch'esso concepito secondo lo schema dello Scamozzi con parti che si richiamano allo schema del Serlio, mentre per l'altezza combina la soluzione del Vignola.
chiesa4Per il capitello e la trabeazione si può osservare che entrambi muovono dagli schemi fissati in origine da Vitruvio e solo dopo mediati sia dal Vignola che dallo Scamozzi. L'applicazione dei triglifi rispetta gli assetti vitruviani perché i profili delle scanalature verticali sono tagliati in modo da "adattarsi all'estremità della squadra di un carpentiere".
Il fregio si presenta diviso in due fasce come nell'interpretazione del Palladio e dello Scamozzi, ma gli artigiani serresi preferiscono lo schema dello Scamozzi, che interpone una fascia a dentelli nella cornice ottenendo così la più alta fra le trabeazioni doriche.
Il capitello è semplice, secondo lo schema dorico, non arricchito da rosette nel collarino, come possiamo vedere nei capitelli del Palazzo Tedeschi. Il fregio si presenta senza le metope, ma scandito solo dai triglifi con dentelli posti nella parte inferiore. L'altezza del piedistallo è in proporzione rispetto alla cornice, al dado e al plinto, sicché, mentre dado e plinto si allungano, l'altezza della cornice e delle modanature del plinto aumenta per conformarsi alla maggiore complessità. Quello che emerge, osservando l'impiego dello stile dorico nella chiesa di Spinetto, è la maniera secondo la quale sono predisposti gli elementi. Essa fa supporre che la decisione non sia toccata ad un singolo, ma sia stata frutto di una collaborazione tra i diversi capomastri che, usando come testo-base quello del Vignola, sono giunti ad applicare l'ordine dorico con una sicura struttura proporzionale dopo aver studiato l'ampia varietà delle sue interpretazioni storiche. Nella soluzione serrese, poiché il pilastro non è rastremato verso l'alto, come avviene per la colonna, è stato aumentato, come si può facilmente notare, l'aggetto delle modanature della base e si è quindi ottenuto un aumento della sporgenza della faccia del pilastro rispetto alla trabeazione. Senza quest'accorgimento il plinto del pilastro corrispondente non si allinea. Per marcare maggiormente l'effetto, lo sporto dei piedistalli nella chiesa serrese è, come si può notare, fortemente in aggetto.
Capitello e trabeazione in elevazione rientrano nell'ordine di un quadrato, allo scopo di evitare un'alterazione dell'aspetto caratteristico dell'ordine; così anche le metope tra due triglifi sono lasciate nella loro semplice forma di un quadrato senza decorazioni.
Sotto la tenia che separa il fregio dall'architrave sporge la regula, dello stesso spessore e larghezza del triglifo, con il quale si accorda esattamente come se un tenone, lasciato sull'estremità inferiore del triglifo, venisse passato, attraverso una mortasa, nella tenia. Tuttavia la regula è semplice, non richiamando lo scannellato del triglifo, e molto bassa, e da essa pendono sei gocce in sezione conica diverse da quelle nei mutuli che sono a sezione cilindrica.
Il capitello somiglia a quello dell'ordine toscano. Tuttavia, sotto l'echino, un cavetto è sostituito dal semplice filetto, mentre l'abaco è arricchito da una supplementare gola rovescia.
Il frontespizio che decora la chiesa appare come una quinta scenografica e ha il compito di inglobare la semplice facciata in mattoni. La scelta del Neoclassico, come già detto, rispondeva alla necessità di risolvere esigenze di carattere proporzionale.
La verticalità della chiesa suggerisce che ogni spazio costruito possiede una tensione architettonica, come ogni azione religiosa possiede una tensione liturgica. Poiché entrambe queste tensioni sono riunite nello spazio, esse si giustificano e si rafforzano vicendevolmente
 

Il Museo

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saluti - priore
Silvano Onda bn

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