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TERZA LETTURA

         V.    Fa’, Signore, che sia benedetto.
         R.    La grazia dello Spirito Santo illumini i sensi e i nostri cuori.
         A.   Amen.

              Quindi per amore della solitudine, si recò in un eremo presso
         Squillace,  in  terra  di  Calabria.  In  questo  luogo  Ruggero,  Conte  di
         Calabria,  durante  una  battuta  di  caccia,  avendolo  trovato  mentre
         pregava, a causa dei cani che abbaiavano presso la sua grotta, col-
         pito dalla sua santità, cominciò a favorire lui e i suoi compagni e a
         venerarli  grandemente.  La  sua  generosità  fu  premiata.  Infatti,
         mentre assediava Capua, poiché un certo Sergio, capo delle guar-
         die  notturne,  aveva  deciso  di  tradirlo,  Bruno,  sebbene  vivesse
         nell’eremo, svelandogli tutto in sogno, liberò il Conte dall’imminen-
         te  pericolo.  Infine,  pieno  di  virtù  e  di  meriti,  famoso  per  santità
         nonché  per  dottrina,  si  addormentò  nel  Signore  e  fu  sepolto  nel
         Monastero di S. Stefano, costruito dallo stesso Ruggero, dove an-
         cora oggi è venerato grandemente. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
         A.   Rendiamo grazie a Dio



                             NOI TI LODIAMO, O DIO


         Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo  Signore.
                    O eterno Padre, * tutta la terra ti adora.

         A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli:
                    A  te i Cherubini  e  i  Serafini *
                    incessantemente  acclamano

         Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo.
                    I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria.

         Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri;
                    le voci dei profeti * si uniscono nella tua lode;

         la santa Chiesa proclama * la tua gloria,
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