Page 248 - Officiolo
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TERZA LETTURA
V. Fa’, Signore, che sia benedetto.
R. La grazia dello Spirito Santo illumini i sensi e i nostri cuori.
A. Amen.
Quindi per amore della solitudine, si recò in un eremo presso
Squillace, in terra di Calabria. In questo luogo Ruggero, Conte di
Calabria, durante una battuta di caccia, avendolo trovato mentre
pregava, a causa dei cani che abbaiavano presso la sua grotta, col-
pito dalla sua santità, cominciò a favorire lui e i suoi compagni e a
venerarli grandemente. La sua generosità fu premiata. Infatti,
mentre assediava Capua, poiché un certo Sergio, capo delle guar-
die notturne, aveva deciso di tradirlo, Bruno, sebbene vivesse
nell’eremo, svelandogli tutto in sogno, liberò il Conte dall’imminen-
te pericolo. Infine, pieno di virtù e di meriti, famoso per santità
nonché per dottrina, si addormentò nel Signore e fu sepolto nel
Monastero di S. Stefano, costruito dallo stesso Ruggero, dove an-
cora oggi è venerato grandemente. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
A. Rendiamo grazie a Dio
NOI TI LODIAMO, O DIO
Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, * tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli:
A te i Cherubini e i Serafini *
incessantemente acclamano
Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti * si uniscono nella tua lode;
la santa Chiesa proclama * la tua gloria,